IL RICONOSCIMENTO LEGALE DEI FIGLI

Come anticipato eccomi qui a scrivere come noi abbiamo ottenuto il riconoscimento dei figli. Anche se questo articolo è prettamente personale e lascia un pò il tempo che trova, visti i repentini cambiamenti di idee politiche dei nostri ministri.

Infatti, partiamo dal presupposto che se siete, ad esempio, residenti a Milano o avete avuto modo di far nascere i vostri figli, in tale provincia, il sindaco di codesta città, ha riconosciuto tutti i bambini delle famiglie arcobaleno, sia quelli già grandicelli, sia dalla nascita ed addirittura col riconoscimento in pancia. Questo fino a pochissimi mesi fa. Onestamente non so se ad oggi ( 21 giugno 2020 ) le cose siano cambiate anche lì.

Questo perchè? Perchè fino a pochissimo tempo fa, a partire dall’emanamento della legge sulle unioni civili, la quale non comprendeva più la cosiddetta stepchild-adoption (l’adozione del figlio del partner), ma lasciava aperto uno spiraglio nel quale delegava ai giudici la decisione di adozione; i sindaci delle varie città si sono sentiti liberi di scegliere da che parte stare. Quindi ci siamo trovati all’interno della stessa Nazione, ma con alcune città pro-riconoscimento ai genitori dello stesso sesso ed altre città contro. Così, a seconda di quale colore fosse la bandiera a sventolare sopra il pennacchio del proprio comune di residenza. Ora i ministri hanno tolto questa possibilità di decisione ai sindaci.

Inoltre, c’è un’altra cosa importante da dire prima che inizio con il mio racconto: c’è una piccola, ma sostanziale, differenza tra riconoscimento e adozione.

Il riconoscimento è globale: cioè i diritti ed i doveri sono, ovviamente, alla pari tra i due genitori. Inoltre la successione è garantita sia dal genitore 1 e tutti i suo predecessori, sia dal genitore 2 e tutti i suoi predecessori.

L’adozione è globale per i genitori, ma non per i predecessori: cioè i diritti e doveri sono sempre alla pari tra i genitori, ma la successione è garantita per entrambi i genitori e solo per tutti i predecessori di genitore 1 (chiamo ‘genitore 1’ quello che per legge è sempre stato riconosciuto come genitore sin dalla nascita dal figlio). Quindi vengono tagliati fuori tutti i parenti che siano, nonni, zii ecc.. facente parte di genitore 2, i quali dovrebbero scrivere un testamento per garantire una parte del loro patrimonio al loro nipote.

Passiamo al nostro caso specifico: con i nostri figli maggiori siamo riuscite ad ottenere il riconoscimento, perchè alla base del riconoscimento c’è il legame di sangue. Con il metodo Ropa c’è per forza un legame di sangue.

Non abbiamo chiesto il riconoscimento alla nascita, stiamo parlando di quasi 7 anni fa, praticamente eravamo ancora nel pre-medioevo in materia di diritti tra persone dello stesso sesso. Abbiamo atteso cinque anni, anche perchè eravamo psicologicamente preparate a tante udienze ed assistenti sociali ed in entrambi avrebbero potuto/voluto sapere il parere dei bambini, o di nonni, amici e magari anche delle maestre dell’asilo… perciò nel 2018 abbiamo iniziato il nostro iter.

Carte spagnole alla mano, dove si attestava che il DNA dei gemelli fosse mio, perchè con il metodo Ropa avevamo usato i miei ovuli e li aveva portati in grembo Serena e nel quale si certificava pure che in tutto questo c’era una premeditazione di maternità condivisa, quindi non è che io sia arrivata in un secondo momento e ‘preteso’ di diventare mamma di due bambini nati precedentemente al mio incontro con Serena. Documenti di riconoscimento in tasca. Insieme al nostro Avvocato ci siamo presentate in comune allo stato civile a richiedere il riconoscimento.

Apro un piccolissima parentesi: in una coppia etero, dove il padre non riconosce il proprio figlio alla nascita, ma decide di riconoscerlo in seguito, basta presentarsi in codesto ufficio insieme alla madre del bambino che conferma che l’uomo lì presente è effettivamente il padre, gli fanno firmare due fogli ed il gioco è fatto.

L’addetto all’ufficio ci fa subito sapere che non è possibile per noi ottenere il riconoscimento, ma che comunque dovevamo presentare una richiesta scritta alla quale avrebbero risposto con un diniego (cioè un no) entro 60 giorni. Così procediamo e dopo 60 giorni esatti arriva il loro diniego che abbiamo subito impugnato perchè nell’attesa della risposta, il nostro Avvocato aveva già pronto il ricorso da portare in tribunale. In questi casi, il tribunale competente è quello della propria provincia e non quello dei minori.

Ci chiamano per la prima udienza in tribunale dopo circa 4 mesi. Con gran sorpresa di tutti, a quella udienza si presenta anche il Procuratore Capo della provincia. Il Giudice ascolta in ordine, il nostro Avvocato, quello della controparte ed il Procuratore che con un plico di fogli in mano, da ragione a noi. L’udienza si conclude con il Giudice che ci dice che non farà altre udienze, ma andrà direttamente a sentenza. Questa sentenza ha impiegato la bellezza di quasi dieci mesi ad arrivare ed è stata a nostro favore.

Per la più piccola invece, abbiamo provato a chiedere il riconoscimento alla nascita, ma ovviamente, non essendoci stata ancora la sentenza, ce la rifiutarono. Ora aspettiamo un pò di tempo anche per lei e ripartiremo alla riscossa.

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