Care lettrici, questo post è dedicato a voi che spesso ci scrivete per chiederci come abbiamo fatto ad avere i nostri figli, che metodo abbiamo scelto, perchè e come ci siamo trovate.
La nostra ricerca è iniziata a fine 2011, sul web, dove abbiamo innanzitutto cercato di capire cosa fosse possibile fare per una coppia di donne come noi. Non è stato semplice scovare le notizie e tutte le informazioni che ci servivano, fino a che ci siamo imbattute in un sito di una clinica spagnola, scritto egregiamente anche in italiano e con una voce nel menù che indicava come una coppia di donne potessero diventare madri entrambe allo stesso tempo. Partecipando attivamente prima una e poi l’altra. Si parlava proprio della Ropa, una tecnica alle prime armi, usata soprattutto in Spagna ancora su poche donne, ma che stava dando enormi soddisfazioni e soprattutto, sui documenti spagnoli, dalla legge spagnola, entrambe le donne sono riconosciute madri del nascituro.
E’ stata la nostra illuminazione, ci siamo dette: “Questa è la nostra tecnica!” – chissà che poi non avrebbe portato qualcosa di buono anche in Italia, visto che ci sarebbero state una madre biologica ed una genetica.
Ma in cosa consiste esattamente la Ropa?
ROPA corrisponde alle abbreviazioni in inglese di “Reception of Ovocytes from Partner”, cioè ricezione degli ovuli della compagna. Attraverso questa tecnica di riproduzione assistita, una donazione di ovuli viene fatta da una donna all’altra. In questo modo, entrambe partecipano al processo di gestazione e ne sono parte attiva. Viene detta anche MATERNITA’ CONDIVISA.
E’ una variante della fecondazione in vitro.
La donna che fornisce l’ovulo subirà una stimolazione ovarica. Questo processo dura un massimo di 12 giorni. Successivamente, gli ovuli vengono estratti attraverso una puntura ovarica sotto sedazione di 10/15minuti (non in anestesia totale), un processo indolore e veloce. Nel laboratorio, gli ovuli saranno fecondati con lo sperma di un donatore anonimo e gli embrioni saranno trasferiti nell’utero della donna partoriente.
Quanto tempo ci vuole per fare tutto questo e quante volte bisogna andare in Spagna?
La prima cosa da fare è contattare il centro, dal quale rispondono in maniera molto rapida. In genere chiedono un primo colloquio conoscitivo tramite Skype, a seguito del quale mandano il preventivo e l’elenco di esami ed analisi del sangue da fare in Italia.
L’appuntamento della prima visita viene fissato in base alle vostre tempistiche, può essere due settimane dopo il primo colloquio su Skype, un mese più tardi, o per quando pensate di riuscire a spostarvi. Tenete in considerazione che questo primo viaggio è possibile farlo anche in giornata, in base alla disponibilità dei voli della città aeroportuale più vicina a voi. Quindi potete andare, fare la visita e tornare in un giorno soltanto.
In questa prima visita verrà fatto un controllo generico, ma molto approfondito, ad entrambe. Vi daranno il piano della terapia da seguire una volta tornate in Italia, con tanto di eco di controllo da svolgere in giorni specifici tramite un vostro ginecologo di fiducia. Consiglio: comprate i farmaci in Spagna perchè costano meno ed in Italia non sarebbero mutuabili. (Se siete della provincia di Rimini posso consigliarvi dei bravi ginecologi che vi potranno seguire).
La terapia inizia il primo giorno di ciclo. Ma anche in questo caso sarete voi a decidere, in accordo con chi vi segue dalla Spagna, in base alle vostre disponibilità lavorative o personali, perchè dovrete tenere conto che intorno al decimo giorno di terapia, dovrete tornare in Spagna per fare il pick-up, cioè il prelievo degli ovuli maturi. Noi, ad esempio, avevamo fatto la prima visita a fine marzo 2012 ed avevamo fissato il pick-up per settembre 2012, in quanto non saremmo riuscite a tornare in Spagna durante la stagione estiva. Anche in questo caso, potete andare e tornare dalla Spagna in giornata, ma se volete fare le cose con un pò di calma, due o tre giorni sono più che sufficienti.
Arriviamo alla fase centrale: mentre voi sarete tornate in Italia, nel laboratorio spagnolo stanno controllando i vostri ovociti, li feconderanno in vitro e li terranno sotto controllo per cinque giorni. Li guarderanno mentre si sviluppano e li classificheranno. Alcuni non sopravvivranno, gli altri li congeleranno singolarmente. Vi terranno informate su ogni evoluzione. Nel frattempo voi vi preparate psicologicamente alla fase finale.
Fase finale: arrivo del ciclo della donna partoriente, colei che porterà avanti la gravidanza, e quindi si riparte per la Spagna. Come nei casi precedenti, sarete voi a decidere in accordo con l’equipe spagnola, quale periodo è più ideale per voi tornare in Spagna per fare il transfert, cioè il trasferimento di uno o più embrioni (per legge sono al massimo tre) nell’utero della partoriente. Di nuovo, anche in questo caso, potete andare e tornare dalla Spagna in giornata, ma se volete fare le cose con un pò di calma, due o tre giorni sono più che sufficienti. Da qui inizieranno 12/14 lunghissimi giorni d’attesa, la famosa cova, prima di poter fare le analisi sul sangue di beta hcg per vedere se siete in attesa. Consiglio: non fatevi prendere dalla fretta per provare il test delle urine, che potrà dare falsi negativi o falsi positivi. Perchè gli ormoni nelle urine arrivano più tardi.
Sono stata un pò prolissa ed ho cercato di scrivere tutto nella maniera più specifica. Vi sembrerà una cosa lunga ed infinita. In realtà dalla prima visita al transfert degli embrioni possono passare anche solamente un paio di mesi.
Quante possibilità di successo ci sono?
Il tasso di successo del Metodo ROPA è uno dei più alti in trattamenti di riproduzione assistita , tra il 65-70% , ma bisogna tenere in considerazione che il successo della gravidanza è strettamente collegata con l’età e la riserva ovarica della donna donatrice. Un altro fattore importante da tenere a mente è lo stato dell’utero della donna partoriente; qualsiasi patologia può ridurre la probabilità di gravidanza. Per questi motivi la prima visita sarà molto approfondita e importante.
Le nostre valutazioni
Dopo che ci siamo studiate il metodo Ropa, il nostro pensiero è stato lo stesso:
- E’ l’unico metodo che non estranea una delle due donne alla procreazione; fermo restando che il coinvolgimento emotivo è comunque lo stesso. Per intenderci: lo sentirete figlio vostro sia che abbia i vostri geni, sia che non li abbia.
- Nonostante il tasso di successo sia elevato, con ogni probabilità rimarranno degli embrioni congelati per un eventuale secondo tentativo o per futuri fratelli o sorelle. Quindi non si dovranno ripetere le cure ormonali e non è necessario ricominciare tutto da capo.
- Il tempo, in questi casi, è veramente denaro: volevamo un risultato positivo il prima possibile. Non volevamo perdere energie psicofisiche e aumentare delusioni, in caso di svariati insuccessi con tecniche che, è vero, hanno un prezzo più abbordabile, ma un tasso di successo molto più basso. (In un rapporto fisiologico di una coppia etero in buona salute, la percentuale di successo è comunque sul 17%.)
- Trascorsi 6 anni possiamo dire che grazie a questa tecnica, abbiamo ottenuto il riconoscimento dei bambini da parte di entrambe come madri e non l’adozione che avrebbe tolto alcuni diritti ai nostri figli.
Contatti
Per qualsiasi altro dubbio o delucidazione non esitate a contattarmi qui o scrivetemi nei commenti.
Mi piacerebbe tantissimo sapere come e quando avete spiegato ai piccoli che avevano due mamme.. Se avete mai avuto paure a riguardo.. Se siete state vittime di discriminazioni, voi o i vostri bimbi..
Avrei davvero mille domande!
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Ciao Eva, mi dai un ottimo spunto per un nuovo articolo che vado subito a scrivere e spero leggerai! 🙂
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