Era l’estate del 2019 ed a settembre avremmo iniziato una nuova avventura. La scuola elementare.
Per noi genitori era già stato abbastanza drammatico e commovente il saluto alle maestre della materna. Infondo l’avevamo già vissuto in prima persona: tre anni in cui si veniva coccolati, ascoltati, cresciuti, accompagnati in tutto. Si giocava, soprattutto, si pensava soltanto a giocare e nessuno veniva giudicato. – Sì, mi manca il mio asilo! Tutt’ora a trentatre anni!!
Ci sono solo tre mesi… solo tre mesi, adesso mi viene da ridere! SOLO TRE! buhahahaha (poi capirete perchè rido), dicevo, ci sono solo tre mesi in cui si dovrebbe maturare abbastanza per entrare alle elementari e capire che d’ora in avanti bisogna star seduti, fermi, composti e zitti ognuno al proprio banco, ad ascoltare ed interagire quando ti viene chiesto, per ben 5 o 6 ore, a volte anche di più. – Vabbè dai, c’è la ricreazione nel mezzo, lì si sfogano un attimino… e invece NO! VIETATO CORRERE e SALTARE, nemmeno in giardino si può. – Siete matti? Vi potreste fare male! Alla materna potevate giocare anche con le foglie, i rami, i sassi, tutto, dovevate imparare i limiti del bene e del male. A scuola è già tanto se durante la ricreazione puoi raccogliere un fiore e fare m’ama-non m’ama! Il trauma c’è!

Ho visto i miei figli entrare a scuola, il primo giorno, emozionati, sorridenti, ignari. Li ho visti uscire il giorno stesso con la faccia tirata, nervosi e forse anche con lo stomaco sottosopra. – Dove cavolo ci avete mandato?! Si saranno chiesti. Ed io, in sole 5 ore, li ho visti trasformati. Profondamente cambiati. Come se fossero stati shackerati dentro ad una strana macchina del tempo. Così, fino a Natale, abbiamo passato mattine a tirarli giù drasticamente dal letto, farli vestire-lavare-mangiare al ritmo di “Sbrigati che è tardiiiii!”. E loro a lottare con le loro emozioni, pianti, vomito. La scuola non è affatto semplice il primo anno.

Nell’anno nuovo, finalmente si iniziava ad ingranare. Ormai avevamo fatto l’abitudine alle nuove regole. Avevamo iniziato ad avere nuovi amici. Avevamo imparato che a casa, dopo pranzo, si dovevano fare i compiti. E li facevano da soli, bene ed anche abbastanza velocemente. Il primo quadrimestre l’avevamo chiuso alla grandissima!
Poi arriva ‘sto virus. La scuola chiude. I genitori che ancora inizialmente lavorano, s’improvvisano un pò insegnanti. Adesso sta a noi grandi capire come fare a gestire il tutto, mantenere gli equilibri, mantenere tutto a galla, non far perdere l’anno ai nostri figli. Le maestre collaborano con i mezzi che hanno a disposizione: mandano mail con i compiti e le schede da stampare, messaggi vocali di incoraggiamento ai propri alunni. Ci si prova, si aggiusta il tiro, ci si adatta come si può. Ricominciano anche le lezioni, online però, davanti ad un monitor. Almeno un’ora al giorno.
Tre mesi. Sono esattamente tre mesi che ci siamo adattati a questo sistema. Ora capite perchè ridevo? Perchè in realtà questi mesi sono stati lunghissimi! E purtroppo non sono ancora finiti e non si capisce se a settembre sarà ancora così! I bambini non ne possono più. Nemmeno noi a dire il vero. Secondo me se gli dici “scuola” non sanno neanche più cos’è.
– Sono arrivati i nuovi compiti di italiano!
– Nooooooooo, stavamo giocando!
– Preparate le vostre cose che tra cinque minuti c’è il collegamento con la maestra!
– Noooooo, di già?! Stavamo giocando!
– Ho stampato i nuovi compiti di matematica, inglese, arte e religione.
– Noooo, pure arte e religione?!
– Ragazzi la maestra è già collegata, svelti!
– Aspetta dai, l’ultimo cartone!
Queste sono solo alcune scene di botta e risposta realmente accaduti. Vogliamo poi parlare di come svolgono i compiti o di quanto stanno davvero ad ascoltare una lezione?! Meglio di no. Ho il voltastomaco. Non ne posso più.
Noi genitori di alunni in prima abbiamo ripassato: i numeri fino al dieci, poi fino al venti, le addizioni, le sottrazioni, i primi problemi; alcune parole in inglese che manco conosco la pronuncia, quindi non so nemmeno se gliele ho insegnate giuste; la che-chi/ghe-ghi, la gn, la gl, la q e le parole capricciose, la mb-mp, l’apostrofo, l’accento, l’uso dell’h; animali e vegetali, parole di tempo e spazio, percorsi, reticoli, settimane, mesi e anno. E qui mi fermo. E vorrei pure stendere un velo pietosissimo perchè proprio mentre io sto scrivendo questo articolo, loro stanno facendo un esercizio con le parole con l’apostrofo e credo che si siano rimbecilliti del tutto perchè non riescono neanche più a capire la differenza ed il significato delle parole come LAGO e L’AGO oppure LORO e L’ORO.
Passo e chiudo! E voi al governo, chiudete questa DaD e fate ripartire sta cavolo di scuola a settembre! Altrimenti pretendo un sussidio per lo psicologo ed un minimo di stipendio come insegnante.